"Un po’ vago, ma promettente" annotò Sendall sul documento, autorizzando tuttavia Berners-Lee a proseguire i lavori, insieme al collega belga Robert Cailliau, sul documento intitolato ”Information Management: a Proposal”, volto a rendere più agevole la distribuzione di dati scientifici tra gli scienziati con un sistema basato sugli ipertesti, cioè testi in cui le singole parole potevano essere utilizzate per creare legami con altri testi in altri computer in rete. Nel giro di due anni, Berners-Lee e Cailliau costruirono le fondamenta del Web e realizzarono anche il primo browser, il programma software per ”sfogliare” le pagine del web, del quale è stata data dimostrazione lo scorso 13 marzo a Ginevra nell’ambito delle summenzionate celebrazioni. Come primo server fu utilizzato un computer NeXT, costruito dalla ditta fondata da Steve Jobs dopo che aveva lasciato la Apple la prima volta.
La rivoluzione del Web comincia, però, solo nel 1993, quando viene creato ‘Mosaic’, il primo Browser, il programma per ‘sfogliare’ le pagine web. In questo stesso anno il Cern rinuncia ad ogni diritto d’autore sul Web e mette a disposizione del pubblico le basi ed i protocolli del software. Da quel momento il numero dei siti è subito cresciuto esponenzialmente, passando da 130 nel 1993 a 35 milioni nel 2003, ai circa 180 milioni del 2008, secondo le rilevazioni Netcraft (con 1,5 milioni di domini italiani).
Nel 2010, secondo l’Icann, l’ente che sovrintende alla gestione dei domini Internet, raggiungeremo il limite dei quattro miliardi di indirizzi consentito dall’attuale sistema di gestione di rete. Tim Berners-Lee non è mai diventato ricco, nonostante la sua invenzione si sia trasformata nel volano di una nuova economia, ed ha dovuto aspettare fino al 2003 per ricevere i primi significativi riconoscimenti della sua opera. L’anno dopo gli è stato conferito anche un premio scientifico da un milione di euro dal presidente della Repubblica Finlandese ed è stato insignito del titolo di ‘Sir’ dalla Regina Elisabetta II.
Attualmente, è il direttore del Consorzio del World Wide Web, con il quale continua a guidare lo sviluppo della grande ragnatela. Se il Web non ha più nulla a che vedere con il sistema d’informazione che all’epoca della sua nascita collegava soltanto un piccolo gruppo di computer del centro di ricerche, "le sue radici saranno per sempre legate al Cern" ha rilevato Berners-Lee nell’ambito della cerimonia durante la quale il ricercatore britannico ha eseguito una dimostrazione con il browser originale.
"Lo spirito creativo che ha permesso a Tim Berners-Lee d’inventare il Web è ancora vivo al Cern" ha assicurato da parte sua il direttore generale del mega centro di ricerche di Ginevra, Rolf Heuer. "Il Web è senz’alcun dubbio la ricaduta tecnologica più conosciuta del Cern -ha detto- ma le tecnologie messe a punto dal Laboratorio trovano applicazioni concrete in numerosi altri campi, come la cattura dell’energia solare o nel settore della risonanza magnetica medica".
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