Ilva, la Regione studia una legge anti-diossina

Data:
28 Ottobre 2008

E l´Ilva risponde: il presidente della società, Emilio Riva, ha inviato
una lettera al Governatore Vendola, al ministero e a tutti gli enti
locali, chiedendo loro di accelerare le autorizzazioni necessarie a
realizzare l´impianto Urea, quello che permetterebbe di limitare le
emissioni inquinanti. «Vi confermiamo – scrive il presidente
dell´industria siderurgica – il nostro impegno all´esecuzione nel più
breve tempo possibile di tutti gli interventi e in particolare
all´impianto Urea già ordinato.
È necessario però – continua – che vengano prontamente rilasciate da
parte delle amministrazioni pubbliche competenti tutte le
autorizzazione necessarie, da tempo noi richieste, per la realizzazione
degli impianto e per il loro funzionamento».
Un sì era arrivato nei giorni scorsi dal ministero. «D´altronde – dice
Riva – non c´è alcun ostacolo al rilascio di queste autorizzazione il
piano di caratterizzazione, da tempo eseguito e consegnato al
ministero, ha evidenziato che i terreni non sono contaminati e le
analisi dell´Arpa confermano pienamente questa situazione».
L´utilizzo della tecnologia Urea permetterebbe la diminuzione degli
attuali 7 nanogrammi al metro cubo di diossina emessi a 3-3,5.
Praticamente gli inquinanti sarebbero dimezzati. Si tratta dei valori
che la stessa Ilva ha dimostrato sperimentalmente di poter utilizzare
lo scorso anno. Nella richiesta di Aia (Autorizzazione integrata
ambientale) ai tecnici del ministero viene però indicata come
raggiungibile quella soglia soltanto dopo un anno dall´autorizzazione.
«Una posizione inspiegabile» secondo la Regione.
Che ha deciso di fare da sola. Il presidente Nichi Vendola, dopo una
riunione con i suoi tecnici sabato pomeriggio, ha deciso infatti di
portare in consiglio nel giro di poche settimane una legge che imponga
all´Ilva, così come alle altre aziende che lavorano in Puglia, una
riduzione delle emissioni inquinanti.
Per quanto riguarda l´Ilva è previsto uno step ai 3-3,5 nanogrammi di
diossina subito dopo l´approvazione della norma. Un secondo step
sarebbe poi fissato dopo un paio d´anni e costringerebbe l´azienda a
scendere sotto il nanogrammo di emissioni. In pratica, la legge
ripercorrebbe la proposta pugliese in sede di Aia.
«Una legge di buon senso» la definiscono i tecnici pugliesi, «che non
metta un cappio al collo di Riva ma nello stesso tempo obblighi la
proprietà dell´Ilva a investire per ridurre le emissioni». «Con la
legge – spiega il Governatore – vogliamo obbligare l´Ilva a investire
su salute e ambiente, vogliamo convincerli a fare ciò che avrebbe
dovuto fare già da tanto tempo: l´Ilva – sostiene Vendola – un debito
enorme con la città. Un debito che rappresenta una voragine nella quale
sono state risucchiate tante esistenze. Ora deve schivare sé stessa e
la propria pigrizia, mentalità, lo deve come un atto minimo di
risarcimento nei confronti della città, anche per dimostrare che i
grandi attori dell´impresa industriale sappiano rispondere alle domande
di modernità».
A una legge regionale sta lavorando anche il gruppo di Sinistra
democratica, pensando però a quanto già deciso in Friuli. A Trieste,
infatti, la regione Friuli ha imposto alla ferriera un limite di 0,4
nanogrammi.

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