Riforma delle professioni

Data:
8 Novembre 2007

Lo ha annunciato il Comitato Promotore della proposta di legge, il cui coordinatore, il Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, Pietro Antonio De Paola, ha commentato: “Il quorum delle 50.000 firme prescritto dalla legge è stato superato con estrema facilità ed il Comitato ha deciso di sospendere l’ulteriore raccolta delle firme a quota 80.000 per evitare inutile dispendio di risorse. Tra qualche mese la Proposta di Legge approderà alla Camera e testimonierà due importanti aspetti: la volontà dei professionisti di procedere alla riforma delle professioni; la capacità dei professionisti di redigere una proposta di riforma organica, equilibrata e moderna”.

Intanto, il CUP ha inviato ai deputati un testo (allegato sotto) in cui esprime le proprie perplessità sul testo di legge per la riforma delle professioni attualmente in discussione (il testo Mantini-Chicchi). In primo luogo il Cup contesta la definizione di “lavoro intellettuale” che il progetto di riforma dà delle professioni: tale identificazione, secondo il Cup, eleva al rango di professione qualunque lavoro intellettuale, e non solo la conoscenza derivante e connessa ad un percorso universitario.

Viene contestata anche la previsione di attribuire alle associazioni la competenza di identificare i profili professionali e di rilasciare attestati di competenza anche sulla base di “percorsi formativi alternativi” a quelli universitari; il tal modo – osserva il Cup – si rischia di tagliare di netto lo storico legame tra le professioni intellettuali e la formazione universitaria o quantomeno secondaria superiore.

Per quanto riguarda l’attuale regolamentazione delle professioni, il Cup riconosce che il sistema dei percorsi formativi, dell’esame di Stato e delle competenze e riserve vada profondamente rivisto. Tuttavia le attuali regole trovano giustificazione nelle finalità della legge, essendo destinate ad incidere su interessi generali e costituzionalmente rilevanti. Viene quindi chiesto di fare espressamente salve le professioni intellettuali attualmente regolamentate e di fissare l’ambito di esercizio della delega con riferimento all’unificazione delle professioni, ai loro percorsi formativi e competenze. Suscita gravi riserve, infatti, la decisione di unificare “sulla base degli interessi pubblici meritevoli di tutela e di consentire la costituzione di nuovi ordini solo in materia di riconoscimento di diritti costituzionali”; questo criterio escluderebbe quasi tutte le professioni, che, invece, incidono su “interessi generali e collettivi”.

Viene espressa l’esigenza di affermare l’autonomia dello status professionale ribadendo l’esonero dalla disciplina dell’impresa e viene chiesto, infine, di disciplinare con maggiore attenzione gli aspetti connessi alla gestione dello studio professionale.

E Pierluigi Mantini, relatore sulla riforma in Commissione Giustizia della Camera, si è dichiarato disponibile ad accogliere le richieste degli Ordini.