Silvia Godelli Assessore al Mediterraneo delle Regione Puglia ha
iniziato con queste parole l’intervento sulle “strategie energetiche
territoriali” tema che ha aperto la seconda sessione del forum “energia
rinnovabile: prospettive e nuovi scenari”, presieduto stamane da
Antonello Piroso, direttore del TG La7.
iniziato con queste parole l’intervento sulle “strategie energetiche
territoriali” tema che ha aperto la seconda sessione del forum “energia
rinnovabile: prospettive e nuovi scenari”, presieduto stamane da
Antonello Piroso, direttore del TG La7.
Lo sviluppo sociale ed economico – ha proseguito la Godelli – significa
tanta energia. Occorre lavorare perché le forme di energia dei Paesi in
via di sviluppo siano fonti rinnovabili. Abbiamo costruito un progetto
strategico per l’area adriatica. Questo ci permette da subito un’azione
diretta e duratura. E’ articolato in una serie di iniziative con un
forte impatto sulle strategie di cooperazione che coinvolgono grandi
aree, con un’efficacia duratura nel tempo, oltre ad essere
progressivamente implementabili quantitativamente e qualitativamente.
Questo progetto in area trans adriatica deve anche stabilire dei punti
di coerenza con Lisbona e Goteborg, con le politiche europee con le
linee del programma IPA – Adriatico che riguarda i paesi prossimi ad
entrare nella UE.
tanta energia. Occorre lavorare perché le forme di energia dei Paesi in
via di sviluppo siano fonti rinnovabili. Abbiamo costruito un progetto
strategico per l’area adriatica. Questo ci permette da subito un’azione
diretta e duratura. E’ articolato in una serie di iniziative con un
forte impatto sulle strategie di cooperazione che coinvolgono grandi
aree, con un’efficacia duratura nel tempo, oltre ad essere
progressivamente implementabili quantitativamente e qualitativamente.
Questo progetto in area trans adriatica deve anche stabilire dei punti
di coerenza con Lisbona e Goteborg, con le politiche europee con le
linee del programma IPA – Adriatico che riguarda i paesi prossimi ad
entrare nella UE.
La domanda energetica di questi territori è molto elevata. Il programma
IPA nel cui contesto è annotato questo progetto richiede un forte
finanziamento che comprenderà anche risorse provenienti dal FESR oltre
ad investimenti di natura privata. Il piano contiene un Focus in Puglia
e Albania ma è esteso a tutte le regioni adriatiche. Gli ambiti del
Progetto Strategico sono le fonti rinnovabili per il risparmio
energetico, il risparmio e la diversificazione combustibile nel
trasporto e l’unità sostenibile. Vogliamo rendere chiaro ed evidente
che è indispensabile costruire patti di natura transnazionale e
allocare questo progetto nel quadro di una sinergia con l’UE che tenga
conto dell’importanza di integrare le azioni mediterranee con la sponda
sud e con quelle sponda orientale dove si trovano i Paesi più prossimi
ad entrare nell’Unione”.
IPA nel cui contesto è annotato questo progetto richiede un forte
finanziamento che comprenderà anche risorse provenienti dal FESR oltre
ad investimenti di natura privata. Il piano contiene un Focus in Puglia
e Albania ma è esteso a tutte le regioni adriatiche. Gli ambiti del
Progetto Strategico sono le fonti rinnovabili per il risparmio
energetico, il risparmio e la diversificazione combustibile nel
trasporto e l’unità sostenibile. Vogliamo rendere chiaro ed evidente
che è indispensabile costruire patti di natura transnazionale e
allocare questo progetto nel quadro di una sinergia con l’UE che tenga
conto dell’importanza di integrare le azioni mediterranee con la sponda
sud e con quelle sponda orientale dove si trovano i Paesi più prossimi
ad entrare nell’Unione”.
Successivamente è intervenuto Ernesto Hofmann esperto e saggista:
“Secondo le stime del 2004 – ha ricordato Hoffman – , i consumi
mondiali di energia sono pari a 15.000 MLD di watt. Il vero problema,
tuttavia, è la distribuzione delle risorse. Ci sono Paesi che ne
consumano molto di più degli altri e un esempio su tutti sono gli USA.
A tal proposito vorrei citare l’analisi di Gina Kaiper del Lawrence
Livermore Laboratory del 2002, che spiegava come circa tre quarti di
energia consumata era prodotta a livello nazionale mentre ne veniva
importata, sotto forma di petrolio, quasi un quarto. Oltre l’80% era di
origine fossile. A proposito del petrolio occorre essere onesti. Si
tratta di una fonte che offre una grande energia e per quello che ci
permette di fare, probabilmente costa pochissimo. Ad ogni modo dobbiamo
pensare ai nostri posteri dando loro un’alternativa, che a mio avviso
non può che essere il sole. Un’enorme quantità di fotoni ci bombarda
costantemente e noi dobbiamo sfruttarla. Possiamo migliorare nella
tecnologia per utilizzare meglio l’energia che abbiamo e che in gran
parte viene dispersa, se solo pensiamo che soltanto il 20% dell’energia
prodotta dalla benzina viene utilizzata dalle nostre automobili, mentre
il resto viene disperso. Sul nucleare non facciamoci illusioni; si
tratta di un’energia rarissima e non può essere la fonte del futuro;
occorrerebbe costruire una macchina a fusione che non credo si potrà
mai riprodurre. Il futuro ci impone alcune scelte. Il fabbisogno
mondiale salirà probabilmente a 20 MLD di watt nel 2030: come li
copriremo? Non sicuramente con le fonti fossili, non possiamo
permettercelo soprattutto per l’inquinamento. L’unica possibilità è il
sole perché ci dà 50.000 MLD di watt ogni istante. Attualmente è solo
un problema di costi ma fotovoltaico e termodinamico sono entrambe
fonti valide. Non abbiamo tempo infinito,
ma il senso di responsabilità verso le generazioni future deve
spingerci a trovare la soluzione”.
“Secondo le stime del 2004 – ha ricordato Hoffman – , i consumi
mondiali di energia sono pari a 15.000 MLD di watt. Il vero problema,
tuttavia, è la distribuzione delle risorse. Ci sono Paesi che ne
consumano molto di più degli altri e un esempio su tutti sono gli USA.
A tal proposito vorrei citare l’analisi di Gina Kaiper del Lawrence
Livermore Laboratory del 2002, che spiegava come circa tre quarti di
energia consumata era prodotta a livello nazionale mentre ne veniva
importata, sotto forma di petrolio, quasi un quarto. Oltre l’80% era di
origine fossile. A proposito del petrolio occorre essere onesti. Si
tratta di una fonte che offre una grande energia e per quello che ci
permette di fare, probabilmente costa pochissimo. Ad ogni modo dobbiamo
pensare ai nostri posteri dando loro un’alternativa, che a mio avviso
non può che essere il sole. Un’enorme quantità di fotoni ci bombarda
costantemente e noi dobbiamo sfruttarla. Possiamo migliorare nella
tecnologia per utilizzare meglio l’energia che abbiamo e che in gran
parte viene dispersa, se solo pensiamo che soltanto il 20% dell’energia
prodotta dalla benzina viene utilizzata dalle nostre automobili, mentre
il resto viene disperso. Sul nucleare non facciamoci illusioni; si
tratta di un’energia rarissima e non può essere la fonte del futuro;
occorrerebbe costruire una macchina a fusione che non credo si potrà
mai riprodurre. Il futuro ci impone alcune scelte. Il fabbisogno
mondiale salirà probabilmente a 20 MLD di watt nel 2030: come li
copriremo? Non sicuramente con le fonti fossili, non possiamo
permettercelo soprattutto per l’inquinamento. L’unica possibilità è il
sole perché ci dà 50.000 MLD di watt ogni istante. Attualmente è solo
un problema di costi ma fotovoltaico e termodinamico sono entrambe
fonti valide. Non abbiamo tempo infinito,
ma il senso di responsabilità verso le generazioni future deve
spingerci a trovare la soluzione”.
Pietro Marseglia vice presidente di Ital Green Energy, ha parlato del
progetto di interconnessione elettrica tra l’Italia e l’Albania
ricordando che “l’interconnessione avverrà attraverso due cavi
sottomarini ad alta tensione della capacità di 500 MW alimentati da
energia ricavata da biomassa liquida per 140 MW e due parchi eolici da
234 MW, in collaborazione con Terna per un investimento complessivo di
1 MLD di Euro”.
progetto di interconnessione elettrica tra l’Italia e l’Albania
ricordando che “l’interconnessione avverrà attraverso due cavi
sottomarini ad alta tensione della capacità di 500 MW alimentati da
energia ricavata da biomassa liquida per 140 MW e due parchi eolici da
234 MW, in collaborazione con Terna per un investimento complessivo di
1 MLD di Euro”.
A seguire gli interventi sulle "Politiche energetiche", partendo da Zaf
Bushati Vice Ministro albanese dell’Integrazione Europea: “Durante
l’ultima visita del presidente della Camera dei Deputati Gianfranco
Fini a Tirana – ha detto Bushati -, il primo ministro Berisha ha
parlato del tema dell’eneriga elettrica. Già con il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi si era parlato delle possibilità di
collaborazioni per realizzare un piano energetico in Albania. La crisi
del petrolio ci pone il dovere immediato di trovare i mezzi per
risparmiare energia e promuovere fonti alternative, considerando
l’ambiente dove viviamo. L’Interesse mondiale sul rinnovabile sta
crescendo. I paesi sviluppati stanno prendendo in grande considerazione
tutte le fonti alternative e in Albania l’idroenergia è la più
utilizzata. La promozione di queste fonti incoraggerà la produzione
locale e ridurrà le importazioni, con un impatto economico positivo
sulle emissioni di gas. Siamo un Paese in via di sviluppo e ci occorre
molta energia, cercando di mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta
ma proprio su questo terreno occorre cooperare e scambiare esperienze,
come stiamo facendo oggi”.
Bushati Vice Ministro albanese dell’Integrazione Europea: “Durante
l’ultima visita del presidente della Camera dei Deputati Gianfranco
Fini a Tirana – ha detto Bushati -, il primo ministro Berisha ha
parlato del tema dell’eneriga elettrica. Già con il presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi si era parlato delle possibilità di
collaborazioni per realizzare un piano energetico in Albania. La crisi
del petrolio ci pone il dovere immediato di trovare i mezzi per
risparmiare energia e promuovere fonti alternative, considerando
l’ambiente dove viviamo. L’Interesse mondiale sul rinnovabile sta
crescendo. I paesi sviluppati stanno prendendo in grande considerazione
tutte le fonti alternative e in Albania l’idroenergia è la più
utilizzata. La promozione di queste fonti incoraggerà la produzione
locale e ridurrà le importazioni, con un impatto economico positivo
sulle emissioni di gas. Siamo un Paese in via di sviluppo e ci occorre
molta energia, cercando di mantenere l’equilibrio tra domanda e offerta
ma proprio su questo terreno occorre cooperare e scambiare esperienze,
come stiamo facendo oggi”.
Gilles Pennequin, direttore aggiunto per l’Energia e lo Sviluppo
Sostenibile, Missione Unione per il Mediterraneo presso la presidenza
della Repubblica Francese, ha citato gli impegni dei Paesi dell’Unione
del Mediterraneo: “Lo scorso luglio, l’Unione del Mediterraneo ha
organizzato un summit con i 44 capi di Stato che si impegnavano a
introdurre progetti concreti per il Mediterraneo. Tra i principali temi
in discussione lo sviluppo delle rinnovabili e un grande piano solare
mediterraneo. Sono stati presentati cinque progetti di sviluppo
sostenibile per affrontare la sfida sull’emergenza climatica. La
temperatura mondiale si sta alzando, occorre cambiare modello di
consumo energetico, altrimenti ci ritroveremo a fine secolo con 6 gradi
in più. A livello del Mediterraneo quando aumenta di un grado è come se
i nostri paesi scendessero di 200 km. Nel 2070 Parigi potrebbe avere il
clima di Bordeaux, con conseguenze molto gravi per l’economia, pensiamo
per esempio alla viticoltura. L’Unione del Mediterraneo vuole prevenire
tutto ciò adeguando economie e politiche. I fabbisogni idrici
soprattutto al sud saranno connessi al riutilizzo delle acque reflue e
quelle in profondità o alla dissalazione del mare. Il nucleare potrà
forse essere interessante alla fine secolo non oggi. Le fonti
rinnovabili possono essere una soluzione anche se il potere energetico
del petrolio è molto forte”.
Sostenibile, Missione Unione per il Mediterraneo presso la presidenza
della Repubblica Francese, ha citato gli impegni dei Paesi dell’Unione
del Mediterraneo: “Lo scorso luglio, l’Unione del Mediterraneo ha
organizzato un summit con i 44 capi di Stato che si impegnavano a
introdurre progetti concreti per il Mediterraneo. Tra i principali temi
in discussione lo sviluppo delle rinnovabili e un grande piano solare
mediterraneo. Sono stati presentati cinque progetti di sviluppo
sostenibile per affrontare la sfida sull’emergenza climatica. La
temperatura mondiale si sta alzando, occorre cambiare modello di
consumo energetico, altrimenti ci ritroveremo a fine secolo con 6 gradi
in più. A livello del Mediterraneo quando aumenta di un grado è come se
i nostri paesi scendessero di 200 km. Nel 2070 Parigi potrebbe avere il
clima di Bordeaux, con conseguenze molto gravi per l’economia, pensiamo
per esempio alla viticoltura. L’Unione del Mediterraneo vuole prevenire
tutto ciò adeguando economie e politiche. I fabbisogni idrici
soprattutto al sud saranno connessi al riutilizzo delle acque reflue e
quelle in profondità o alla dissalazione del mare. Il nucleare potrà
forse essere interessante alla fine secolo non oggi. Le fonti
rinnovabili possono essere una soluzione anche se il potere energetico
del petrolio è molto forte”.
Fonte: Regione Puglia