Mediterranean Energy Prospectives: il mercato dell’energia al 2030

Data:
26 Novembre 2008

Il MEP fornisce un’analisi approfondita e le proiezioni per 24 Paesi mediterranei, singolarmente e nel loro complesso. Lo studio prevede che nel 2030 circa l’80% della domanda di energia sarà ancora soddisfatta dagli idrocarburi, la cui produzione sarà sempre più concentrata nei Paesi del sud del Mediterraneo, in particolare Algeria, Libia ed Egitto.
La dipendenza energetica, in particolare dei Paesi della sponda nord, aumenterà considerevolmente, incrementando il bisogno di nuove infrastrutture per il trasporto. L’area sud, invece, utilizzerà in modo crescente i combustibili fossili per sostenere lo sviluppo economico e la crescita della popolazione. Ma un trend di questo tipo rischia di essere insostenibile per gli effetti che può avere sui cambiamenti climatici. Per questo diventa necessario avviare una strategia congiunta di governi e imprese che punti all’efficienza e allo sviluppo delle fonti rinnovabili.
Negli ultimi 30 anni la quota di fonti rinnovabili nella regione del Mediterraneo è più che raddoppiata: esse hanno contribuito per il 17% circa del totale di elettricità prodotto nell’area nel 2005 (310 TWh) e si prevede che rappresenteranno il 26% (865 TWh) al 2030.
“Credo che non si possa pensare di risolvere i problemi solo a livello nazionale – ha dichiarato Piero Gnudi, Presidente OME – è necessaria un’interconnessione tra la sponda nord e quella sud, rendendo conveniente la produzione di energia da fonti pulite nel sud, zona tra l’altro geograficamente molto adatta”.
Un importante passo avanti è rappresentato dal recente varo del progetto dell’Unione per il Mediterraneo, “Piano Solare”. Quest’ultimo prevede l’installazione di 20 GW di nuova capacità da fonti rinnovabili entro il 2020, oltre alla realizzazione di importanti piani di efficienza energetica.