Secondo il ministero quella legge è in contrasto con la materia
ambientale la cui legislazione è di pertinenza esclusiva dello Stato.
La tappa intermedia era rappresentata dal drastico abbattimento
dell’agente inquinante: 2,5 nanogrammi per metro cubo d’aria entro
aprile con il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale. L’Ilva
avrebbe potuto raggiungere questo risultato con l’avvio dell’impianto
che utilizza l’urea. Ma il sentiero è diventato improvvisamente
stretto. Il Gruppo Riva ha dichiarato l’impossibilità di rispettare
quel limite. Il ministro Prestigiacomo ha detto che in queste
condizioni non avrebbe rilasciato l’autorizzazione.
ambientale la cui legislazione è di pertinenza esclusiva dello Stato.
La tappa intermedia era rappresentata dal drastico abbattimento
dell’agente inquinante: 2,5 nanogrammi per metro cubo d’aria entro
aprile con il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale. L’Ilva
avrebbe potuto raggiungere questo risultato con l’avvio dell’impianto
che utilizza l’urea. Ma il sentiero è diventato improvvisamente
stretto. Il Gruppo Riva ha dichiarato l’impossibilità di rispettare
quel limite. Il ministro Prestigiacomo ha detto che in queste
condizioni non avrebbe rilasciato l’autorizzazione.
La Regione Puglia
ha ribadito che la legge non si tocca. Ieri a Bari, l’assessore all’Am
– biente Michele Losappio ha convocato i tecnici e i sindacati per fare
il punto. «Chiariamo subito – ha spiegato il direttore dell’Arpa
Giorgio Assennato – che il limite di 2,5 nanogrammi per metro cubo è,
in realtà, di 3,8 nanogrammi in base alla conformità degli assetti di
marcia impiantistici. Io avevo già riferito all’Ilva questo dato e
perciò dico che gli strumenti tecnici, le analisi, i risultati, i
limiti fissati non possono essere oggetto di discussione. Così si
finisce per oscurare fatti oggettivi e non si aiuta certo a migliorare
i rapporti tra le parti che hanno avviato il confronto.
ha ribadito che la legge non si tocca. Ieri a Bari, l’assessore all’Am
– biente Michele Losappio ha convocato i tecnici e i sindacati per fare
il punto. «Chiariamo subito – ha spiegato il direttore dell’Arpa
Giorgio Assennato – che il limite di 2,5 nanogrammi per metro cubo è,
in realtà, di 3,8 nanogrammi in base alla conformità degli assetti di
marcia impiantistici. Io avevo già riferito all’Ilva questo dato e
perciò dico che gli strumenti tecnici, le analisi, i risultati, i
limiti fissati non possono essere oggetto di discussione. Così si
finisce per oscurare fatti oggettivi e non si aiuta certo a migliorare
i rapporti tra le parti che hanno avviato il confronto.
Trovo
sgradevole e pricoloso – ha aggiunto Assennato – che qualcuno metta in
dubbio i risultati del lavoro scientifico. La legge regionale fa
riferimento al protocollo di Aahrus e non vuol far sentire il fiato sul
collo all’Ilva. Poi, se i tecnici ministeriali alzano l’”asti – cella”
e portano il limite di emissione oltre i 4 nanogrammi per metro cubo
d’aria sono liberissimi di farlo, ma sarebbe irragionevole e il
confronto finirebbe lì». Assennato è possibilista sul limite di 0,4
nanogrammi per metro cubo d’aria che la legge regionale impone all’Ilva
entro il 31 dicembre 2010. «Il ministro Prestigiacomo parla del 2012 –
ha sottolineato il direttore dell’Arpa – e c’è lo scarto di un anno».
Nei fatti, quindi, una trattativa sui tempi non sarebbe impossibile se
c’è stata già una prima, significativa, riduzione dei livelli di
diossina entro quest’anno.
sgradevole e pricoloso – ha aggiunto Assennato – che qualcuno metta in
dubbio i risultati del lavoro scientifico. La legge regionale fa
riferimento al protocollo di Aahrus e non vuol far sentire il fiato sul
collo all’Ilva. Poi, se i tecnici ministeriali alzano l’”asti – cella”
e portano il limite di emissione oltre i 4 nanogrammi per metro cubo
d’aria sono liberissimi di farlo, ma sarebbe irragionevole e il
confronto finirebbe lì». Assennato è possibilista sul limite di 0,4
nanogrammi per metro cubo d’aria che la legge regionale impone all’Ilva
entro il 31 dicembre 2010. «Il ministro Prestigiacomo parla del 2012 –
ha sottolineato il direttore dell’Arpa – e c’è lo scarto di un anno».
Nei fatti, quindi, una trattativa sui tempi non sarebbe impossibile se
c’è stata già una prima, significativa, riduzione dei livelli di
diossina entro quest’anno.
«L`incontro di palazzo Chigi deve essere
l’occasione per costruire un percorso che definisca con l`azienda le
parti sociali, il governo e la Regione le modalità con cui applicare la
legge, definendo il piano di investimenti, i tempi, le autorizzazioni e
le certezze di cui hanno bisogno l`impresa e soprattutto i lavoratori».
Ad affermarlo, ieri, il segretario confederale della Cgil, Susanna
Camusso. «La scelta del Governo di impugnare la legge regionale – ha
detto Camusso – avrebbe solo l`effetto di innescare un conflitto tra
istituzioni, mettendo i lavoratori di fronte al ricatto tra lavoro e
salute. Occorre un tavolo di confronto » ha concluso il segretario Cgil.
l’occasione per costruire un percorso che definisca con l`azienda le
parti sociali, il governo e la Regione le modalità con cui applicare la
legge, definendo il piano di investimenti, i tempi, le autorizzazioni e
le certezze di cui hanno bisogno l`impresa e soprattutto i lavoratori».
Ad affermarlo, ieri, il segretario confederale della Cgil, Susanna
Camusso. «La scelta del Governo di impugnare la legge regionale – ha
detto Camusso – avrebbe solo l`effetto di innescare un conflitto tra
istituzioni, mettendo i lavoratori di fronte al ricatto tra lavoro e
salute. Occorre un tavolo di confronto » ha concluso il segretario Cgil.