Energia nucleare, un’alternativa per l’Europa

Data:
18 Febbraio 2009

Il CCR ha scelto il tema dell’energia nucleare per una delle sessioni
che terrà alla prestigiosa conferenza perché, ha detto il dott.
Schenkel, "il dibattito sul nucleare si sta rafforzando sempre di più,
non soltanto nell’Unione europea ma in tutto il mondo." In Europa i
governi iniziano la costruzione di nuove centrali nucleari oppure
pensano di costruirne. All’inizio di febbraio i leader svedesi hanno
annunciato di voler annullare il loro piano trentennale di divieto di
costruzione di nuove centrali nucleari.
Eppure, nonostante i tanti sostenitori dell’energia nucleare a livello
di governo e dell’industria, permane lo scetticismo in ampie fette del
pubblico generale.
Secondo l’inchiesta Eurobarometer 2008, il 45% degli
europei è contrario all’energia nucleare, il 44% è a favore e l’11% non
si pronuncia. Da parte sua, il dott. Schenkel condivide alcune di
queste paure legate al nucleare, soprattutto quelle riguardanti la
sicurezza dei reattori e lo smaltimento delle scorie. Spiega che i
reattori costruiti attualmente, i cosiddetti reattori di III
generazione, combinano l’esperienza della Francia e della Germania
nella progettazione e nel funzionamento dei reattori nucleari. Cosa
importante, essi includono elementi di sicurezza aggiuntivi: anche in
caso di gravi incidenti, la radioattività rimarrà limitata al reattore,
evitando in questo modo la contaminazione dell’ambiente esterno.
"La tecnologia avanza basandosi sull’esperienza e sul progresso
tecnico, e i nuovi reattori saranno molto più sicuri in caso di
incidenti gravi; credo che questo messaggio non si stia diffondendo
abbastanza," ha puntualizzato il dott. Schenkel. I reattori di III
generazione sono già in costruzione in Bulgaria, Finlandia, Francia,
Romania e Slovacchia, e altrove sono in fase di progettazione. Questi
reattori dovrebbero essere operativi fino alla seconda metà del secolo,
poiché la loro aspettativa di vita è di 60 anni.
Intanto, si sta già lavorando allo sviluppo di reattori di generazione
IV, benché sia improbabile che le prime centrali di questo tipo
diventino operative prima della metà del secolo.
Questi reattori
presentano due vantaggi principali: sono capaci di usare l’uranio in
maniera più efficiente e alcuni elementi che rimangono attivi a lungo
(come il plutonio) possono essere separati dalle scorie e reintrodotti
nella miscela di carburante. All’interno del reattore questi componenti
sono divisi in prodotti che devono rimanere separati dall’ambiente per
un periodo molto inferiore. In questo modo, verrà notevolmente ridotto
il volume di scorie radioattive prodotte dai reattori di IV
generazione.
Un’altra questione preoccupante per molte persone è la proliferazione
nucleare.
Qui il dott. Schenkel fa notare che è effettivamente
estremamente difficile usare gli impianti energetici nucleari per i
programmi di armi nucleari. Inoltre, il CCR e altri sviluppano
continuamente strumenti e tecniche per individuare le attività
clandestine. Di conseguenza, tali attività vengono di solito
individuate molto velocemente. Tra le altre cose, il CCR ha creato dei
modelli di simulazione per individuare con quale velocità i paesi
riuscirebbero ad arricchire l’uranio e ha migliorato il suo servizio di
web-mining. "Ora stiamo sviluppando una nuova tecnologia per
l’individuazione del traffico illecito alle frontiere," aggiunge il
dott. Schenkel. Questo sistema permetterà alle guardie di confine di
controllare gli autocarri per materiali nucleari.
Fonte: Cordis.europa.eu

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