Un Paese che frana, cosa fa l’ISPRA?

Data:
26 Febbraio 2009

Secondo i dati raccolti dal Progetto IFFI quanti sono in Italia i comuni interessati da frane?
I comuni italiani interessati da frane sono 5.708, pari al 70,5% del totale. Un numero così elevato è da porre in relazione con le caratteristiche meccaniche dei terreni e con la morfologia del nostro territorio, che per il 75% è montano-collinare. Dei suddetti comuni, 2.940 sono stati classificati con livello di attenzione molto elevato, ovvero quando le frane interessano le aree urbane e 1.732 con livello di attenzione elevato, vale a dire quando le frane coinvolgono la rete autostradale, ferroviaria e stradale.
 
Queste cifre sono purtroppo legate al numero di vittime, quale stima è stata fatta rispetto alla popolazione a rischio?
Le vittime causate da frane ammontano complessivamente a 6.608 nel periodo compreso fra il 1116 e il 2006 e solo negli ultimi 50 anni sono state 2.552, mentre la popolazione esposta al rischio da frana, secondo una recente elaborazione effettuata sulla base dei dati del Progetto IFFI e delle sezioni del Censimento ISTAT 2001, è stata stimata in circa 990.000 abitanti, pari all’1,7% della popolazione residente in Italia. 
 
Quali sono i dati relativi alla vulnerabilità del sistema infrastrutturale italiano?

Per quanto riguarda le infrastrutture lineari di comunicazione sono stati individuati 706 punti di criticità lungo la rete autostradale e 1.806 lungo la rete ferroviaria. In tali punti i tracciati autostradale e ferroviario potrebbero essere interessati dalla riattivazione di frane già censite e cartografate dal Progetto IFFI. Occorre precisare che tali stime sono da intendersi come cautelative in quanto non sono stati considerati gli eventuali interventi strutturali di consolidamento e bonifica dei versanti effettuati lungo i tracciati.
 
Quale è il contributo del Progetto IFFI per la previsione e la prevenzione del rischio idrogeologico?
L’attività conoscitiva sugli eventi di frana del passato risulta di importanza strategica ai fini della mitigazione del rischio idrogeologico e quindi della riduzione dei danni e dei costi, considerato che gran parte dei fenomeni franosi si riattivano nel tempo. 
 
Il Progetto IFFI non contiene solo dati numerici, ma una dettagliata cartografia. Come viene utilizzata?
La cartografia delle frane prodotta nell’ambito del Progetto IFFI è fondamentale per una corretta pianificazione territoriale e per stabilire l’ubicazione delle aree di nuova urbanizzazione e dei siti industriali in aree non suscettibili a fenomeni franosi. Viene regolarmente utilizzata per l’aggiornamento dei Piani di Assetto Idrogeologico (PAI), per la redazione dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP) e dei Piani Regolatori Generali (PRG). La cartografia viene impiegata anche nella gestione delle emergenze idrogeologiche e nella redazione dei Piani di Protezione Civile, oltre, naturalmente, ad essere uno strumento di supporto ai decisori politici e ai tecnici per la definizione delle priorità nei programmi degli interventi di difesa del suolo per la messa in sicurezza dei centri abitati e delle reti infrastrutturali strategiche, quali autostrade, ferrovie, etc. 
 
Di quali strumenti di comunicazione si avvale il Progetto IFFI? In altre parole se qualcuno vuole conoscere la situazione descritta nel censimento cosa deve fare?
La cartografia dell’inventario IFFI è disponibile on-line, a chiunque, dal 2005 (n.d.r. sul sito (http://www.sinanet.apat.it/progettoiffi ). Con una navigazione semplice e intuitiva, l’utente può visualizzare le aree in frana, consultare documenti, foto e filmati. 
 
Chi sono generalmente gli utenti interessati alla consultazione?
Si registrano oltre 100.000 contatti l’anno. Ricordiamo che il servizio di cartografia on-line è lo strumento a scala nazionale più aggiornato e viene correntemente utilizzato da amministrazioni pubbliche centrali e locali quali Ministeri, Dipartimento della Protezione Civile, Province, Comuni, da Università ed Enti di ricerca, dalle Autorità di Bacino, dai tecnici, ma anche da comuni cittadini. 
 
Quali sono le ultime elaborazioni sul rischio da frana effettuate a scala nazionale?
Nel 2008 sono state prodotte dall’ISPRA cinque carte tematiche sull’indice di franosità, sui livelli d’attenzione per frana su base comunale, sulla popolazione a rischio e sui punti di criticità lungo la rete autostradale e ferroviaria (n.d.r. disponibili sul sito del Progetto IFFI (www.mais.sinanet.apat.it/cartanetiffi/documenti.asp).
 
 
Dopo aver compreso l’importanza di IFFI, ci si chiede quali saranno gli sviluppi futuri?
Sottolineo che l’aggiornamento costante della banca dati è fondamentale affinché questa non perda validità ed efficacia nel tempo. Per quanto riguarda l’inventario del Progetto IFFI, in considerazione anche dei gravi eventi calamitosi che hanno interessato il territorio nazionale negli ultimi mesi, è auspicabile che nuove risorse vengano destinate alle attività di aggiornamento e sviluppo del Progetto.
Attualmente è in corso lo sviluppo di modelli per individuare zone di territorio che in futuro potrebbero essere soggette all’innesco di nuovi fenomeni franosi e a riattivazioni. Un’attività, che insieme alla definizione degli scenari di rischio, alla fornitura di servizi, dati, elaborazioni e contributi tecnico-scientifici sul rischio idrogeologico, rientra nei compiti di ISPRA, quale Centro di Competenza Nazionale del Servizio di Protezione Civile. 
 

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