Piano casa: evitare la deregulation, innovare e risolvere l’emergenza abitativa

Data:
12 Marzo 2009

Il Sicet, sindacato inquilini Casa e Territorio, chiede un Piano casa
che serva a risolvere la povertà abitativa e che riconosca a ciascuno
il diritto all’abitare a costi sostenibili.
Dichiarazione di Guido Piran sul Piano
Casa che propone il Governo
In un Paese, l’Italia, fanalino di coda tra i paesi europei per la
spesa sociale in materia abitativa, con circa 54.000 famiglie sfrattate
nel 2008, a cui si aggiungono 117.000 richieste di esecuzione degli
sfratti decretati negli anni precedenti, con oltre 650.000 famiglie
utilmente posizionate nelle graduatorie comunali per le case popolari
il cui reddito annuo è inferiore a €. 14.000, il Governo propone un
Piano Casa che non affronta neanche lontanamente il bisogno e la
difficoltà abitativa.Non propone una legge sulle locazioni private per
abbassare il prezzo degli affitti e scongiurare gli sfratti per
morosità, al contrario riduce la dotazione del Fondo sostegno
all’affitto dell’anno in corso e lo ridurrà ulteriormente nei prossimi
anni.
Il Piano del Governo finanzia la produzione di case da mettere in
vendita, che andranno ad aggiungersi alle circa 350.000 abitazioni, già
costruite e in via di costruzione, rimaste ancora invendute.
Il SICET chiede un Piano Casa vero, che serva a risolvere la povertà
abitativa che assilla il nostro Paese, che recuperi al vivere civile le
periferie in crisi delle grandi aree metropolitane, che dia opportunità
e fiducia ai giovani favorendone l’emancipazione dalle famiglie
d’origine.
Solo un grande progetto concertato con Regioni, Comuni e parti sociali,
in cui si riconosca a ciascuno il diritto all’abitare a costi
sostenibili, potrà costituire un formidabile impulso allo sviluppo e
all’uscita dalla crisi.
Per Legambiente non è questa la ricetta per rilanciare l’economia e
fare dell’edilizia il motore di uno sviluppo economico che sa cogliere
le sfide dell’innovazione.
"Pensare di premiare con il 20-30% di
aumento di cubatura interventi che verrebbero realizzati in deroga a
Piani urbanistici e regolamenti edilizi significa rendere più brutte e
invivibili le città italiane e premiare gli speculatori – ha dichiarato
Edoardo Zanchini, responsabile Urbanistica di Legambiente -.
Ritenere
che basti un autocertificazione del progettista per garantire sugli
interventi vuol dire aver cancellato dalla memoria le tragedie di
questi decenni di palazzi crollati, di morti e feriti, dovuti a
ampliamenti di edifici realizzati senza aver tenuto in conto i problemi
di sicurezza statica. E la proposta di ridurre le sanzioni sembra un
condono anticipato per interventi che potranno essere un volano solo
per l’edilizia abusiva. Per concludere la genericità degli obiettivi
ambientali e energetici è tale da farla sembrare una foglia di fico di
provvedimenti che mirano solo a muovere cemento, soprattutto se
approvati da parte di un Governo che continua a rinviare l’entrata in
vigore della certificazione energetica degli edifici obbligatoria
secondo le Direttive europee".
Per Legambiente bisogna guardare agli altri Paesi europei per
rilanciare l’economia attraverso l’innovazione del settore edilizio,
tutti i governi stanno investendo in green jobs e interventi di qualità
a favore dell’ambiente mentre il governo italiano, in modo del tutto
miope e sconsiderato, continua a proporre soluzioni di bassissima lega
condannando l’Italia alla definitiva distruzione del suo più pregiato e
insostituibile patrimonio.
L’articolo di Filippina Bubbo su http://www.edilio.it/