Cambio al vertice del Cni

Data:
16 Ottobre 2009

Paolo Stefanelli si dimette, il nuovo presidente è il ligure Gianni Rolando. Avvicendamento della dirigenza dell’autorità rappresentativa della categoria ingegneristica.
Nuovo cambio al vertice del Consiglio Nazionale degli Ingegneri.
Nei giorni scorsi il presidente Paolo Stefanelli ha dato le dimissioni e con lui è decaduto Consiglio in carica. Dura poco più di due anni, dunque, la presidenza del leccese Paolo Stefanelli.
Insomma, l’autorità rappresentativa della categoria ingegneristica continua a non trovare pace, visto che a partire dal 2005 si sono succeduti presidenti vari anche – e soprattutto – a colpi di sentenze del Tar. Il 6 aprile di quattro anni fa il Ministero della Giustizia proclamò “con riserva” Ferdinando Luminoso presidente del Cni. Sulla sua elezione però pendeva un ricorso di alcuni consiglieri nazionali non eletti, che protestavano contro la partecipazione alle tornate elettorali anche dell’Ordine di Roma, nonostante il Consiglio fosse in scadenza il 31 gennaio del 2006. Il 18 agosto 2006 il Tar del Lazio giudicò illegittimo il voto capitolino in quanto l’Ordine romano non avrebbe potuto insediarsi prima del 31 gennaio e – quindi – non avrebbe dovuto neanche votare: ecco che il 14 settembre il Ministero proclamò Sergio Polese nuovo numero uno del Cni. Nuova puntata il 30 gennaio 2007, quando il Consiglio di Stato decise di accogliere la richiesta di sospensiva della sentenza del Tar del Lazio presentato da Ferdinando Luminoso, che quindi ritornò alla guida del Consiglio. Pochi giorni dopo però, Polese presentò ricorso al Tribunale ordinario contro il Consiglio di Stato per vizio di competenza. Il 4 aprile 2007 il ricorso di Polese fu accolto e, di fatto, tornò ancora una volta alla presidenza del Cni. Il 16 aprile, infine, Sergio Polese si fece da parte a favore di Paolo Stefanelli. Ora, ecco il nuovo avvicendamento, con il Consiglio Nazionale degli Ingegneri che ha attribuito all’ingegner Gianni Rolando, già vicepresidente, la carica di presidente. Come vicepresidenti sono stati scelti Alcide Gava (vicepresidente vicario) e Alessandro Biddau, che hanno già rivestito cariche istituzionali in precedenti Consigli. Confermate le cariche esecutive di Segretario a Roberto Brandi e di Tesoriere a Carlo De Vuono. Il nuovo presidente, Gianni Rolando, in un comunicato diramato dal Cni “ha confermato la necessità di continuare con sempre maggiore incisività le iniziative avviate di tutela del ruolo e dell’identità dell’ingegnere ‘italiano’, quale soggetto portatore di cultura tecnico scientifica superiore; tutela che non può prescindere dalla valorizzazione del ruolo sociale delle prestazioni ingegneristiche con conseguente responsabilizzazione degli Ordini Professionali sulla verifica di qualità delle prestazioni e quali garanti del livello di adeguatezza e preparazione degli iscritti; istituzioni, quindi, sempre più orientate a conciliare la tutela dei cittadini con la tutela della professione”.
L’ormai ex presidente Paolo Stefanelli evita di fare polemiche e spiega con molta serenità come sono andate le cose: “Sono venute meno le condizioni indispensabili per poter svolgere il mio ruolo nel miglior modo possibile. Una decisione dettata da una serie di problematiche legate alla gestione dei rapporti interni al Consiglio, con divergenze eccessive sull’interpretazione dei singoli ruoli e competenze. In ogni caso sono situazioni che possono capitare nella vita di ogni organo di rappresentanza istituzionale”. Tra le motivazioni che hanno portato l’ingegner Stefanelli a rassegnare le dimissioni ci sarebbe, secondo alcuni organi di informazione, la nota vicenda dell’albo unico dei tecnici di primo livello, con l’accorpamento in un un nuovo Ordine delle categorie dei geometri, dei periti agrari e dei periti industriali. In tale ambito, stando ai suoi detrattori, Stefanelli avrebbe mostrato una “eccessiva” apertura alla nuova iniziativa. “La questione principale – sottolineava nei mesi scorsi Paolo Stefanelli – riguarda la necessità di evitare inutili e dannose sovrapposizioni di competenze tra le categorie professionali, definendone con chiarezza e precisione limiti, distinzioni di prerogative e i campi di applicazione”. “L’opinione pubblica – aggiungeva ancora l’ingegnere leccese – deve avere ben chiaro in mente quali sono le peculiarità e mansioni proprie di ogni professione. Si tratta di un dovere etico e morale, a garanzia della qualità delle prestazioni offerte al Paese”. Anche in questo caso, però, Stefanelli sceglie il basso profilo. “Innanzitutto sulla questione dell’albo unico ho sempre avuto una chiara e netta posizione, forse interpretata male in alcune sedi. Ho spesso ripetuto che ognuno può fare e pensare ciò che vuole, senza però ledere i principi e le prerogative delle altre categorie, a maggior ragione dell’ingegneria. Non è vero però – specifica Stefanelli – che mi sono dimesso per questo motivo, lo escludo tassativamente. Diciamo che in Consiglio si era ormai arrivati ad un punto di non ritorno. La mia è stata una decisione sofferta, lo confesso, ma maturata nel tempo e quindi presa in piena serenità. Tutto qui”.
Un sassolino dalla scarpa, in ogni caso, Stefanelli se lo vuole togliere, non tanto per questioni meramente personali, ma soprattutto per “difendere l’immagine e il prestigio della nostra professione e della sua autorità di riferimento”. “Nel corso del Consiglio nel quale ho presentato le mie dimissioni irrevocabili – dice l’ex presidente – avevo chiesto ai colleghi, prima di nominare il nuovo vertice di rappresentanza, di attendere gli esiti delle elezioni degli Ordini provinciali, proprio per poi consultarli e dare, quindi, un deciso segnale di forza e coesione della categoria. Purtroppo la mia richiesta non è stata accolta e ciò è preoccupante. In ogni caso – conclude Stefanelli – voglio dire che la vita va avanti, continuo e continuerò a lavorare per il bene degli ingegneri e per il loro prestigio. Anzi, colgo l’occasione per fare i migliori auguri di buon lavoro al presidente Rolando e al Consiglio”.